AGI - Le rose gialle di Gino Paoli, la carezza con le note di Paolo Fresu ela canzone 'Ma mi' scritta da Strehler a chiudere il sipario. Il feretro di Ornella Vanoni è uscito tra gli applausi nella chiesa di San Marco a Brera a Milano dove si sono conclusii funerali della cantante, scomparsa venerdì scorso all'età di 91 anni.
Tantissime le persone presenti, tra comuni cittadini e rappresentanti delle istituzioni. Tra questi, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, la ministra dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, il sottosegretario alla Cultura, Giammarco Mazzi, e il sindaco Giuseppe Sala. Le esequie sono state celebrate da don Luigi Garbini.
Molti anche i volti noti dello spettacolo, tra cui Fabio Fazio, Luciana Littizzetto, Roberto Vecchioni, Ron e Dori Ghezzi.
Momenti di grande emozione si sono vissuti quando Paolo Fresu ha suonato con la sua tromba 'L'appuntamento' e alcune note di 'Senza fine'. La stessa Vanoni aveva espresso in un'intervista il desiderio che fosse proprio Fresu a suonare al suo funerale.
Fresu è arrivato lentamente dal fondo della navata e piano piano si è avvicinato alla bara sulla quale ha posato la mano per un'ultima carezza. Un gesto simbolico che ha concluso la cerimonia, rendendo omaggio alla grande artista italiana.
L'omelia, "è stata posseduta dalla musica"
Nella sua omelia, don Luigi Garbini ha sottolineato che Ornella Vanoni "è andata più volte in pezzi nella sua vita" e ha parlato della sua depressione. "La fragilità è garanzia di creazione", ha spiegato il prete che ha evidenziato anche il valore artistico di Vanoni.
"Impossibile scindere la sua storia personale da quella culturale del paese, Ornella Vanoni è stata posseduta dalla musica".
La nipote Camilla canta "Senza fine"
"Cara nonna, porto una parte di te dentro di me. Grazie per l'amore che mi hai dato, per sempre. Eterna". Poche parole e poi Camilla Ardenzi, la nipote di Ornella Vanoni, intona con grazia e voce cristallina 'Senza fine' alle esequie della cantante.
La canzone di Giorgio Strehler
Sulle note di 'Ma mi', la canzone in dialetto milanese scritta da Giorgio Strehler, la bara di Ornella Vanoni ha lasciato la chiesa tra gli applausi.
La canzone venne portata al successo e cantata da Vanoni coi detenuti quando visitò il carcere di San Vittore nel 2019 e racconta di un partigiano che sopportò quaranta giorni di interrogatorio pur di non tradire i compagni.